arriva maxi concorso nella pubblica amministrazioneSono ben 500.000 i dipendenti della Pubblica Amministrazione che andranno in pensione prossimamente. Urge un piano per occupare i posti lavorativi e dar così spazio alla classe giovanile. Ecco perché il sottosegretario alla Funzione pubblica, Angelo Rughetti, parla della possibilità di aprire le strade alla Pubblica amministrazione per i giovani.

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Come? Attraverso un maxi concorso con valenza pluriennale per almeno un terzo dei posti vacanti. Si potrà accedere a circa 100-150 mila posti nella PA, tramite concorso. Si tratta di un vero e proprio esodo di massa, testimoniato anche dagli ultimi dati pubblicati dal Conto annuale della Ragioneria generale dello Stato.

Pubblica amministrazione in mano ai futuri pensionati

L’ultima fotografia della situazione nella Pubblica amministrazione risale al 2015, registrando la forte presenza di ultra 50enni, più della metà del totale, pari a più di un milione e 660mila. A soffrire invece gli under 30: circa 81 mila su più di tre milioni e 300 mila dipendenti.

Gli under 30 della Pubblica amministrazione sono appena il 2,7%: un dato shock, ma che rispecchia perfettamente le condizioni lavorative del preciso momento storico. Non basta nemmeno risalire con l’età ai 35 anni per arrivare al 10% dei dipendenti: si giunge infatti a 6,8%.

Maxi concorso per i giovani nella PA

Per correre ai ripari, ed evitare un collasso negli uffici, il Governo indirizza nella prossima Manovra un piano di assunzioni per i giovani. Oltre a favorire la sostituzione dei posti lasciati liberi dagli over 50, si favorirà anche il ricambio generazionale.

Per evitare il caos con le assunzioni, che negli stessi anni Settanta ed Ottanta diedero posti di lavoro ai nati tra il ’52 e il ’62, tramite concorsi e non, non si adopererà il rimpiazzo classico. Rughetti infatti specifica fin da subito che bisogna selezionare gli ingressi in base alle reali necessità e ai bisogni effettivi del Paese.

Si pensa ad una selezione basata su nuovi profili e attraverso nuove modalità concorsuali, con prove centralizzate, periodiche e orientate alla divisione di specifiche professionalità. Un inserimento nel mondo della PA che riordinerebbe le stesse categorie di lavoro che fino ad oggi hanno visto lavorare ininterrottamente più di un milione di dipendenti assunti circa 30 anni fa, senza aver più aggiornato i propri profili e competenze.



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