I 50 posti di lavoro, dove da settembre si inizierà ad assemblare la nuova berlina Alfa a trazione posteriore, sono solo l'antipasto di un programma d'assunzioni molto più vasto pari a circa 1.000 nuovi posti di lavoro per il 2015.
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Questi posti sono aggiuntivi dei 1.500 avviati a gennaio da Sergio Marchionne per la fabbrica di Melfi, in Basilicata, dove si producono le Jeep Renegade e le Fiat 500X destinate soprattutto al mercato americano.Nel dettaglio le nuove assunzioni sono così scadenzate: altre 600 a Melfi (250 entro giugno) che si aggiungono alla stabilizzazione ad agosto di 1.500 assunzioni finora effettuate con contratti interinali; 200 per il furgone Ducato in Abruzzo; 170 per la fabbrica di cambi di Verrone (in parte saranno trasferimenti da altre fabbriche ancora interessate dalla cassa integrazione); 50, come detto, a Cassino e 30 alla Vm motori in Emilia.
Altavilla ha annunciato la progressiva riduzione della cassaintegrazione nella fabbrica di Cassino mano a mano che si passerà alla produzione dell'Alfa. Altre fabbriche come quelle di Mirafiori, Pomigliano e di Pratola Serra saranno saturate, cioè torneranno a produrre al massimo delle loro possibilità, mano a mano che entreranno in produzione nuovi modelli e nuovi motori.
Grande la soddisfazione dei sindacati presenti all'incontro (Fim, Uilm, Fismic, Ugl e Quadri). "E' un'ottima notizia che premia chi in questi anni ha creduto nella rinascita dell'automotive italiano", ha sottolineato Gianluca Ficco della Uilm-Uil. "Ora è chiaro che chi diceva che Fiat aveva abbandonato l'Italia raccontava bugie e che firmare il nuovo contratto era interesse dei lavoratori", ha aggiunto Ferdinando Uliano della Fim-Cisl.
Fra i sindacalisti non si nasconde la possibilità che Fiat faccia altri annunci positivi nei prossimi mesi e durante il 2016. L'anno prossimo, infatti, dovrebbe rientrare in piena efficienza l'enorme stabilimento di Mirafiori, a Torino, che sotto i suoi 33 ettari di capannoni dovrebbe produrre i grandi Suv di lusso della Maserati e dell'Alfa Romeo.