lavoro disoccupazioneI datori di lavoro hanno difficoltà a trovare le figure richieste, questo contrasta con la disoccupazione giovanile giunta al record storico. Ma è questo il quadro che emerge dall’indagine svolta da Fondazione studi del Consiglio nazionale dell’Ordine dei Consulenti del lavoro. Dai dati raccolti con il sondaggio svolto, nel primo trimestre del 2014, presso gli iscritti all’Ordine, risultano essere 35.000 i posti disponibili che nessuno cerca e che nessuno vuole. 




Le imprese non trovano le figure richieste

Il tasso di disoccupazione dei giovani tra i 15 e i 29 anni è hai massimi storici dal 1970. Eppure ci sono settori produttivi e professionali nel Paese che hanno difficoltà a reperire risorse. Nell’Italia della Youth Guarantee dove dovranno essere investiti in modo intelligente 1,5 miliardi di euro, è opportuno studiare tutte le criticità legate ad un mercato del lavoro che non corrisponde più alle reali esigenze del sistema. Disoccupazione giovanile al record storico e difficoltà da parte di imprese e datori di lavoro a trovare le figure richieste sono due concetti troppo contrastanti.

{adselite}

La disoccupazione giovanile in italia

Il numero di disoccupati è pari a 3 milioni 153 mila, con il tasso di disoccupazione generale che si attesta a 12,3%. A giugno 2014 sono risultati occupati 903 mila giovani tra i 15 e i 24 anni ma il numero dei disoccupati, pari a 701 mila, è aumentato addirittura dell’8,0% rispetto a dodici mesi prima (+52 mila).

Il tasso di disoccupazione dei 15-24enni, cioè la quota di giovani disoccupati sul totale di quelli attivi è pari al 43,7%. Una percentuale così alta non si toccava più dagli anni ’70, dalla crisi industriale e petrolifera che ha caratterizzato economicamente l’Italia in quel periodo storico. Ancora più preoccupante è il dato degli inattivi: 73,2% nella fascia di età tra i 15 e i 24 anni non cerca lavoro, con percentuali elevatissime nelle Regioni del Sud Italia.

I lavori Manuali

La crisi è evidente ma, il lavoro, in alcune sue accezioni non sembra mancare. Tutti i posti per cui non c'è domanda ma continua a sussistere ancora un altissimo livello dell'offerta sono i cosiddetti "posti in piedi", quei lavori da svolgere manualmente. Nel corso del 2013 le gelaterie e le pasticcerie hanno avuto sempre più difficoltà nel trovare nuovi dipendenti (circa 2 mila posti vacanti), aprendo un punto interrogativo sullo sviluppo del settore.

Se i numeri rilevanti del settore dei dolci e dei gelati possono stupire, è ancora più critica la situazione del comparto dei pizzaioli, tra i quali si contano circa 6 mila posti vacanti. La difficoltà di reperire del personale esperto nel settore ha costretto i gestori ad “accontentarsi” di assumere del personale non attualmente qualificato e ad erogare nei confronti di essi della formazione adeguata che possa riallineare le competenze del dipendente a quelle rese opportune e necessarie per garantire l’idonea qualità nell’offerta aziendale.

Nel settore agricolo, invece, stiamo assistendo ad un duplice fenomeno. Nel 2013 si è avuta una crescita di circa il 2% del numero di aziende agricole guidate da giovani under 30 e sono emerse nuove figure legate al “made in” (sommelier, birraio a chilometri zero, affinatore di formaggi, food blogger, idro-geologo, climatologo) e alla green economy (energy manager, progettista di energie rinnovabili, certificatore energetico, botanico) che hanno attratto soprattutto la fascia di lavoratori under 40. A contrasto di questo positivo fenomeno, però, vi sono i dati legati alla difficoltà di reperire lavoratori meno specializzati, come i raccoglitori stagionali di frutta e ortaggi (40% dei posti sono rimasti vacanti) o i trebbiatori (35%).
 

I lavori Specializzati

L’Italia risulta, inoltre, ancora troppo debole nell’economia 2.0. Settore fondamentale per garantire sviluppo e innovazione ad un comparto industriale molte volte ancora legati a vecchi schemi di produzione. Mancano 230 mila specialisti in informatica, tlc e nelle professioni legate all'e-business. Nel 2015 la domanda di lavoratori specializzati arriverà a 440 mila unità, mentre in tutta Europa i posti da colmare nelle aziende diventeranno 900 mila. Inoltre, il 36% delle imprese italiane ha difficoltà a reperire sul mercato figure professionali qualificate, soprattutto in campo ingegneristico, ma anche amministrativo, finanziario e commerciale.
 

I lavori del settore “Cura alla persona e Salute”

In Italia nel 2013 sono mancati ben 60.000 infermieri e entro il 2020 occorreranno 250 mila unità in più rispetto alle attuali 390 mila. I dati sono stati confermati anche dall’ultimo Rapporto dell’OCSE che ha descritto un paese che invecchia ma con comparto sanitario ben qualificato ma numericamente deficitario. Un settore lavorativo che cresce nonostante la congiuntura sfavorevole è quello dell'aiuto domestico con un aumento costante dei lavoratori domestici regolarmente iscritti all'INPS. Ma la maggior parte dei posti di lavoro (90% circa) come colf e badanti è ricoperto da lavoratori stranieri, in primis rumeni, ucraini e filippini.
 

Le figure piu’ difficili da trovare nel primo trimestre del 2014

  • Commessi (5.000)
  • Camerieri (2.400)
  • Parrucchieri ed estetiste (1.900)
  • Informatici e telematici (1.400)
  • Contabili (1.270)
  • Elettricisti (1.350)
  • Meccanici auto (1.250)
  • Tecnici della vendita (1.100)
  • Idraulici e posatori di tubazioni (1.100)
  • Baristi (1.000)
  • Infermieri (10.000)
  • Pizzaioli (6.000)


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