Innanzitutto, avere delle forti relazioni solleva da molti aspetti della deprivazione economica legati alla povertà. Gli amici e i parenti, infatti, possono formare una rete sociale che presta soldi, tutela dai rischi, si occupa dei bambini e sparge la voce su posti di lavoro disponibili.
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La London School of Economics, per esempio, ha dimostrato che quando a un gruppo di donne del Bangladesh è stato fornito training economico e del bestiame per il sostentamento, non solo hanno iniziato a salire la scala sociale, ma la cosa ha riguardato anche i loro amici che, a un anno di distanza dall’esperimento, hanno dichiarato consumi in crescita del 20%.Uno studio condotto in quartieri poveri di Atlanta, inoltre, ha dimostrato che vivere in un’area economicamente depressa diminuisce di quasi il 60% la possibilità di avere amici con un’occupazione. A riprova del fatto che le proprie frequentazioni siano predittive – nel bene e nel male - dello stato economico, uno studio globale condotto dall’istituto di ricerca Gallup ha scoperto che il 30% delle persone nel quinto più povero della popolazione non avevano nessuno su cui contare in momenti di difficoltà, contro il 16% delle persone nella stessa condizione di solitudine nel quinto più ricco della popolazione.
E’ per queste ragioni che alcuni Paesi, come il Cile e il Venezuela, considerano la povertà una causa di discriminazione maggiore del sesso o dell’etnia, mentre altri, come la Germania o gli Stati Uniti, organizzano momenti di incontro fra anziani soli e giovani provenienti da contesti disagiati.
In Germania, per esempio, sono stati promossi centri multi-generazionali dove gli anziani possono ricevere lezioni di computer dai più giovani. La speranza è che questi contatti possano aiutare i giovani a entrare nel mondo del lavoro: nei quartieri più poveri, tre quarti delle persone che hanno trovato un impiego lo devono al passaparola con i loro amici.
In Germania, per esempio, sono stati promossi centri multi-generazionali dove gli anziani possono ricevere lezioni di computer dai più giovani. La speranza è che questi contatti possano aiutare i giovani a entrare nel mondo del lavoro: nei quartieri più poveri, tre quarti delle persone che hanno trovato un impiego lo devono al passaparola con i loro amici.