In genere, quando si prepara il
primo curriculum non si sa mai cosa scrivere. Spesso si pensa che per fare una
buona impressione sia necessario menzionare almeno un paio di esperienze, e chi ha ancora non ha avuto il tempo o l'opportunità di costruirle può finire addirittura col prendere in considerazione l'ipotesi di raccontare qualche bugia pur di non consegnare un curriculum "poco interessante". Eppure, la fase del
primo colloquio l'abbiamo passata tutti, ma solo a posteriori si riesce a capire che anche un résumé un po' acerbo può essere preso in considerazione, basta solo saperlo scrivere.
Regole
Pochi sanno che, in media, chi seleziona curricula impiega meno di
dieci secondi per effettuare la prima scrematura. Non esistono delle
regole precise per scrivere il resoconto delle proprie capacità ed esperienze, perché tutto dipende dagli elementi che si hanno a disposizione, ma di certo esistono delle strategie per
metterli meglio in risalto.
{adselite}
Capacità ed esperienze
Gli esperti ritengono che una delle cose più utili da fare sia chiedersi "se fossi io a dover esaminare questo curriculum, da che cosa potrei essere colpito...in trenta secondi?". Solo in questo modo si può riuscire a capire che cosa vale la pena
mettere in evidenza e cosa no. Naturalmente ogni settore ha le sue regole, ma esistono dei dettagli che funzionano per tutti. Il primo riguarda
impaginazione e
carattere. Bisogna scriverlo in maniera chiara pesando bene l'utilizzo di maiuscole, minuscole, corsivo e grassetto.
Studi e Social Network
Nell'era dei
social network, è bene mettere inevidenza sin dal curriculum la familiarità del candidato con queste nuove piattaforme di interazione. Magari evitando Facebook e Twitter e puntando su
LinkedIn, a patto di tenerlo aggiornato. L'ideale sarebbe poi anticipare i dettagli sul proprio
percorso formativo con una sorta di paragrafo introduttivo che metta in evidenza il legame tra
aspirazioni e ambizioni professionali del candidato e la posizione per la quale vorrebbe essere preso in considerazione.
Cosa mettere in evidenza
Se non si hanno esperienze di lavoro, chi ci esamina se ne accorgerà, quindi non vale la pena mentire, anche perché probabilmente nemmeno si aspetta chissà quale background solido. Per valutare le
potenzialità di un candidato alle prime armi si possono prendere in considerazione quattro elementi: il
successo scolastico, la
conoscenza delle lingue straniere, eventuali
esperienze all'estero e la
predisposizione a ricoprire ruoli di leadership, a prescidere dal settore. Al nostro esaminatore interessa poco sapere se abbiamo giudato la squadra di pallavolo dell'Università, se abbiamo fatto parte della redazione del giornale dall'Ateneo o membri di un'associazione politica, sportiva o della Croce Rossa locale. Ciò che conta è dimostrare il proprio coinvolgimeno in attività extra scolastiche e l'interessea scoprire, conoscere e capire quello che succede al di là dei confini della propria città e del proprio paese.
Coerenza
Se poi qualche esperienza di lavoro vare l'avete, vale sempre la pena inserirla, a patto di riuscire a mettere in evidenza una sorta di
filo conduttore nella propria carriera. Questo non significa che se avete lavorato in una palestra o in una gelateria per
mantenervi durante gli studi non dobbiate segnalarlo se vi candidate per una posizione nell'ufficio commerciale estero di un'azienza. L'importante è spiegare che senza questo lavoretto non sareste riusciti a raggiungere il vostro
obiettivo. Chi vi esamina lo apprezzerà.