Avete inviato centinaia e centinaia di curriculum vitae e finalmente vi hanno
chiamato per sostenere un colloquio di lavoro. Siete a un passo dall'ottenere finalmente un
impiego quindi è bene curare ogni minimo dettaglio e prepararsi con cura perché anche solo una piccola parola fuori posto potrebbe farvi
perdere l'occasione di ottenere il lavoro.
Già, perché secondo Bernard Marr, LinkedIn Influencer, esistono alcune parole che
non vanno assolutamente dette durante un
colloquio di lavoro. Vi sveliamo quali sono.
1. Influenza, sinergia, idea...
Se il gergo giovanile non va usato, troppo di quello aziendale va assolutamente
evitato. Le possibilità di sembrare degli
sfigati sono troppo alte. Troppe parole prese dal gergo aziendale vi farebbero sembrare troppo pretenziosi e, alla peggio,
stupidi.
2. Sono un perfezionista
Ormai, secondo Bernard Marr, è diventato un clichè rispondere ad una domanda negativa come "qual è il tuo peggior difetto?" con qualcosa di positivo come "sono un perfezionista". No, grazie.
3. Odio
Dire che si odia qualcosa durante il colloquio di lavoro non è proprio
inappropriato. Lo è, però, se utilizzate questa espressione riferendovi al vostro lavoro, ai vostri colleghi o al vostro datore di lavoro
passato. Assolutamente da evitare.
4. Motivato, giocatore di squadra
Sono parole positive, è vero, ma anche inflazionate. Le utilizzano
tutti durante i colloqui di lavoro, anzi ne abusano. Se volete far emergere quanta
dedizione avete per il lavoro, quanto siete motivati e bravi nel gioco di squadra, meglio fare esempi
concreti riferendosi, ovviamente, alle vostre esperienze di lavoro (o di studio) passate.
5. Scialla zio
Il gergo giovanile non vi aiuterà durante il colloquio di lavoro. Dovete sembrare persone
serie e professionali e chi vi farà il colloquio non deve sfogliare un dizionario di
slang per capirvi. Ah, lo stesso vale se il colloquio di lavoro è in inglese: niente espressioni da Urban Dictionary, please.
6. Er... umh
Un vecchio adagio dice: "Se non hai niente da dire, allora non dire niente". E secondo Bernard Marr è assolutamente vero. Se non sapete cosa dire, scegliete il
silenzio: è molto meglio del sentirvi mugugnare.
7. No
Mai dire no, o almeno, mai fermarsi al no. Farlo vuol dire chiudere, anzi
troncare la conversazione. Se vi fanno una domanda e non potete che rispondere negativamente, almeno date una
spiegazione e accompagnate il vostro no in maniera positiva. Per esempio, se durante il colloquio di lavoro vi chiedono se sapete usare un certo programma per il pc che non avete mai sentito nominare, rispondete: "No, ma mi
piacerebbe molto imparare a farlo".