Gestione attiva passiva quale scegliere

Quando si parla di investimenti, una delle decisioni più importanti riguarda l’approccio di gestione del portafoglio: attiva o passiva. Questi due metodi rappresentano filosofie diverse, ciascuna con vantaggi e svantaggi, e la scelta tra le due dipende da fattori come obiettivi finanziari, tolleranza al rischio e tempo a disposizione per monitorare gli investimenti. In questo articolo, esploreremo le caratteristiche principali di ciascun approccio, i contesti in cui possono essere più efficaci e un esempio pratico per comprendere meglio come funzionano.

 



Cosa significa gestione attiva?

La gestione attiva del portafoglio implica un coinvolgimento diretto e continuo da parte di un gestore o dell’investitore stesso. L’obiettivo principale è battere il mercato, ossia ottenere rendimenti superiori a quelli dell’indice di riferimento. Per raggiungere questo scopo, il gestore analizza dati di mercato, bilanci aziendali e tendenze economiche, effettuando operazioni frequenti come acquisti e vendite di strumenti finanziari.

Ad esempio, un gestore attivo può decidere di sovrappesare le azioni tecnologiche se ritiene che il settore abbia prospettive di crescita superiori, o di ridurre l’esposizione a determinati mercati in caso di instabilità politica. Questo approccio richiede competenza, risorse e una notevole quantità di tempo, ma può essere particolarmente efficace in mercati inefficienti o per investitori con conoscenze avanzate.

Cosa significa gestione passiva?

La gestione passiva, invece, si basa sull’obiettivo di replicare l’andamento di un indice di mercato, come l’S&P 500 o l’MSCI World. Gli investitori passivi utilizzano strumenti come ETF o fondi indicizzati che seguono fedelmente un benchmark, riducendo al minimo le operazioni e i costi associati.

Questo approccio si fonda sull’idea che, nel lungo termine, è difficile battere il mercato in modo consistente. Invece di cercare di superare il rendimento di un indice, l’investitore passivo si accontenta di seguirne le performance. I vantaggi principali sono la semplicità, i costi ridotti e una minore esposizione agli errori di giudizio umano.

Vantaggi e limiti della gestione attiva

La gestione attiva offre flessibilità e la possibilità di adattarsi rapidamente ai cambiamenti di mercato. Un gestore esperto può identificare opportunità di investimento non ancora sfruttate o proteggere il portafoglio in momenti di volatilità. Tuttavia, questa strategia comporta costi più elevati, come commissioni di gestione e spese di transazione, che possono ridurre i rendimenti netti.

Inoltre, la gestione attiva richiede una profonda conoscenza del mercato e una certa dose di fortuna. Numerosi studi dimostrano che la maggior parte dei gestori attivi non riesce a battere costantemente il mercato dopo aver considerato i costi.

Vantaggi e limiti della gestione passiva

La gestione passiva si distingue per la semplicità e l’efficienza. Con costi di gestione significativamente inferiori rispetto alla gestione attiva, è una scelta ideale per gli investitori che desiderano costruire un portafoglio a lungo termine senza dover monitorare costantemente il mercato.

Tuttavia, la gestione passiva ha i suoi limiti. Poiché replica fedelmente un indice, non offre alcuna protezione contro le perdite in caso di ribasso generalizzato del mercato. Inoltre, non consente di sfruttare opportunità specifiche che potrebbero emergere in determinati settori o regioni.

Esempio pratico: gestione attiva vs passiva

Supponiamo di investire 10.000 € (PV) per 10 anni (n) con un rendimento medio annuo (r) del 6%. Consideriamo i costi di gestione per le due strategie:

  • Gestione attiva: costi di gestione del 2% all’anno.
  • Gestione passiva: costi di gestione dello 0,5% all’anno.

Gestione attiva

Il rendimento netto annuo per la gestione attiva è: r = 6% - 2% = 4%
Calcoliamo il valore futuro (FV) del portafoglio:
FV = PV × (1 + r)^n
FV = 10.000 × (1 + 0,04)^10
FV = 10.000 × 1,48024 = 14.802,40 €

Gestione passiva

Il rendimento netto annuo per la gestione passiva è: r = 6% - 0,5% = 5,5%
Calcoliamo il valore futuro:
FV = 10.000 × (1 + 0,055)^10
FV = 10.000 × 1,71368 = 17.136,80 €

Dopo 10 anni, la gestione passiva produce un valore futuro superiore di circa 2.334,40 € rispetto alla gestione attiva. Questo dimostra come i costi possono influire significativamente sui rendimenti nel lungo termine.

Quale approccio scegliere?

La scelta tra gestione attiva e passiva dipende da diversi fattori. La gestione attiva può essere adatta a chi ha conoscenze approfondite del mercato o desidera sfruttare specifiche opportunità. Tuttavia, i costi e la difficoltà di battere costantemente il mercato rendono questa opzione meno attraente per molti investitori.

La gestione passiva, invece, è ideale per chi cerca una soluzione semplice, trasparente e a basso costo. È particolarmente indicata per investimenti a lungo termine e per costruire un portafoglio diversificato con un rischio contenuto.

Una soluzione interessante potrebbe essere combinare i due approcci, destinando una parte del portafoglio a strumenti passivi e utilizzando la gestione attiva per opportunità specifiche.

 

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