liquidità investimenti

Quando si parla di investimenti, l’attenzione si concentra spesso sul rendimento potenziale o sul profilo di rischio. Tuttavia, la liquidità riveste un ruolo fondamentale nel determinare l’efficacia di una strategia finanziaria. Con “liquidità” si intende la facilità con cui un bene può essere convertito in contante senza subire perdite di valore rilevanti. Quanto più un investimento è liquido, tanto più sarà possibile gestire agilmente le proprie finanze, far fronte a spese improvvise o cogliere nuove opportunità di mercato. Nei seguenti paragrafi esamineremo il concetto di liquidità, come valutarlo nella scelta degli strumenti e quali strategie adottare per mantenere un portafoglio equilibrato.

 



Perché la liquidità è cruciale

Uno degli aspetti più importanti della liquidità consiste nel poter accedere al proprio denaro in modo rapido e con costi di conversione contenuti. Se si possiedono asset poco liquidi – come certi immobili o prodotti finanziari non quotati – può risultare difficile venderli in tempi rapidi e al prezzo desiderato. Questo può diventare un problema quando sopraggiungono necessità impreviste (spese mediche, riparazioni urgenti, opportunità d’investimento più profittevoli).

L’assenza di liquidità, inoltre, espone l’investitore al rischio di dover vendere in momenti di mercato sfavorevoli, subendo perdite superiori a quelle che avrebbe sperimentato in condizioni normali. Avere una quota adeguata di beni liquidi nel portafoglio aiuta a evitare “svendite” forzate, mitigando lo stress finanziario e consentendo di mantenere il controllo sulle proprie strategie di lungo periodo.

Come valutare la liquidità di un investimento

Non tutti gli strumenti presentano lo stesso grado di liquidità. Alcuni esempi:
  • Conti correnti, depositi e pronti contro termine: garantiscono un accesso quasi immediato al capitale, con costi di uscita generalmente nulli. Rappresentano la forma più basilare di liquidità.
  • Obbligazioni e azioni quotate: soggette alla disponibilità del mercato regolamentato. In condizioni normali, si possono vendere in tempi rapidi, ma i prezzi possono variare di giorno in giorno, influenzando i rendimenti.
  • Fondi comuni e ETF: a differenza degli investimenti diretti in azioni o bond, i fondi di solito prevedono tempi di rimborso di qualche giorno lavorativo. Tuttavia, gli ETF, essendo quotati, offrono maggiori possibilità di disinvestimento immediato rispetto a un tradizionale fondo comune aperto.
  • Immobili: storicamente considerati poco liquidi. Vendere un immobile richiede un processo lungo e complesso, e il ricavo può dipendere fortemente dalle condizioni del mercato locale.
  • Private equity, hedge fund, polizze vita: spesso caratterizzati da vincoli di lock-up (periodo in cui non è possibile ritirare il proprio investimento) e da una liquidità ridotta o soggetta a penali di uscita anticipate.

La scelta dello strumento dovrebbe avvenire valutando quanto si è disposti a immobilizzare il capitale e per quanto tempo. Investimenti con orizzonti temporali più lunghi possono prevedere vincoli di liquidità maggiori, a fronte di un rendimento potenzialmente superiore.

Il legame tra liquidità e rischio

La liquidità è strettamente correlata al rischio di un investimento. In generale, più un asset è illiquido, maggiore è la possibilità che il suo prezzo possa essere soggetto a oscillazioni significative in caso di repentina domanda o offerta. Inoltre, alcune forme di investimento non liquide (ad esempio il private equity) sono accessibili a investitori qualificati disposti a tollerare un rischio più elevato, in cambio di un potenziale incremento dei rendimenti.

Questo non significa che gli asset liquidi siano esenti da rischi. Un’azione quotata in Borsa può essere venduta con facilità, ma il suo prezzo può crollare se si verifica un panico di mercato. La differenza sostanziale è che, in quest’ultimo caso, l’investitore ha la possibilità di decidere se vendere immediatamente o attendere tempi migliori, mantenendo il controllo della situazione.

Strategie per un portafoglio equilibrato

Un portafoglio ben costruito dovrebbe contemplare una componente di liquidità adeguata alle esigenze personali, oltre che una parte investita in strumenti a medio lungo termine. Alcune linee guida:

  • Fondo di emergenza: si tratta di una riserva di denaro liquido (ad esempio su un conto di deposito) destinata a coprire spese straordinarie o periodi di inattività lavorativa.
  • Suddivisione per orizzonte temporale: gli investimenti con orizzonte breve (1-2 anni) dovrebbero essere più liquidi, mentre quelli a 5, 10 o 20 anni possono includere una quota maggiore di prodotti più remunerativi ma meno immediatamente convertibili.
  • Attenzione alle penali di uscita: polizze assicurative, piani di accumulo e altri strumenti possono prevedere costi aggiuntivi se si decide di disinvestire prima della scadenza. Comprendere questi meccanismi aiuta a evitare sorprese.
  • Valutare l’alternativa “rispettosa del tempo”: se un immobile promette redditi da affitto stabili, ma serve una parte di capitale subito disponibile, potrebbe essere più sensato equilibrare il portafoglio con quote di ETF obbligazionari o monetari, sufficientemente liquidi per far fronte a emergenze.

L’impatto sul rendimento di lungo periodo

La presenza di liquidità nel portafoglio spesso si traduce in un rendimento immediato inferiore, poiché gli strumenti liquidi (conti correnti, depositi a vista) offrono tassi di interesse modesti. Tuttavia, un eccesso di immobilizzo del capitale in prodotti illiquidi può generare problemi qualora si debba vendere in fretta o se il mercato attraversa una crisi che renda complicata la dismissione del bene.

Il segreto è trovare un equilibrio tra la parte “pronta” del portafoglio e quella “proiettata” nel futuro. Un errore diffuso è quello di investire troppo in strumenti liquidi per timore del rischio: se i rendimenti sono prossimi allo zero, l’inflazione potrebbe erodere il potere d’acquisto nel lungo periodo. Al contempo, collocare ogni risorsa in asset di lungo corso, difficilmente monetizzabili, rischia di mettere in difficoltà nei momenti in cui servono risorse immediate.

 

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